Scrivere un libro.

In Italia sono in molti al giorno d’oggi a cimentarsi in questa che una volta era un’impresa solo di pochi.

Perché una volta non tutti scrivevano romanzi?

È di sicuro colpa della scarsa alfabetizzazione dei tempi scorsi, eppure chi invece era scolarizzato non aveva l’ardire di diventare per forza uno scrittore.

Come mai oggi è diverso?

Ti sembrano domande stupide?

Bene, ti posso garantire che non lo sono.

Al giorno d’oggi in Italia molti scrivono libri perché viene data loro la possibilità di pubblicarli con rara facilità. È bene però specificare che la stragrande maggioranza di quegli scritti sono spazzatura. 

Troppo diretto?

Allora lascia che lo sia ancora di più.

Un esempio:

Amazon ha il suo sistema di self-publishing che è discretamente semplice nel suo utilizzo: scrivi qualcosa, lo inserisci nel loro gestionale e, dopo aver sudato un po’ con la copertina,  poi provato ad aggiustare l’impaginazione, hai il tuo prodotto.

Prodotto sì. Perché il libro si vende ed è un prodotto e come tale va confezionato. Al di là dei grandi autori che si fanno seguire da professionisti ben pagati, i libri pubblicati in self-publishing sono impresentabili a livello grafico e di errori di varia entità nei testi.

Diciamolo dai, è un vero e proprio calcio nelle palle all’editoria italiana e alla cultura del romanzo in genere.

Hai una buona idea? O credi di averla? Non buttarla nel cesso.

Ok, smetterò di essere volgare, per il momento.

Scrivere è un lavoro e, come tutti i lavori fatti bene, è molto difficile; credevi bastasse un’idea? Un vissuto complesso? Una storia d’amore incredibile?

Se non vuoi perdere la tua occasione, se non vuoi buttare via la tua idea è giunto il momento di chiedere aiuto.

Quella storia è lì da tanto, è invecchiata magari, e come il vino buono è migliorata grazie al tempo, sì perché i nostri ricordi sono sempre manipolati dal tempo e dalla nostra mente.

Se è una storia traumatica ormai riesci a riviverla con maggior distacco e quindi più obiettività, se invece è una storia a cui sei affezionato in particolar modo, la tua mente l’avrà resa indimenticabile, idealizzandone il contesto e i protagonisti.

Ma se riesco a farlo pubblicare da una piccola casa editrice?

Questa è una domanda che, se sei realista e non miri ai colossi dell’editoria, ti sarai fatto.

Nel nostro paese c’è ancora il mito della casa editrice che investe sugli autori, che scommette sull’idea.

Ricordi quando parlavo del fatto che in moltissimi ormai scrivono romanzi?

Ecco, se fosse ancora così vorrebbe dire che:

1. le case editrici sarebbero tutte fallite.
2. l’Italia sarebbe una nazione di geni della letteratura.
3. gli asini volerebbero.

Allora, è ovvio che gli asini non volino quindi parliamo di cose concrete.

La piccola editoria, quella che non chiede acquisto copie o contributi per la pubblicazione agli autori, cioè quella che va sempre supportata e rispettata per il suo coraggio, non ha più le risorse per fare quello che la maggior parte degli autori emergenti credono.

Quando va bene c’è qualcuno che si avvale di un editor free lance che a una modica cifra forfettaria dà una scorsa ai vari testi.

Per esperienza posso dirti che è davvero una rapida scorsa, un po’ perché per loro il più delle volte il gioco non vale la candela e un po’ perché non c’è professionalità.

Altre volte invece, l’editore della piccola casa editrice è anch’esso un autore. Gioca in casa e vince facile. Ed è proprio lui o lei che si improvvisa editor e grafico ma non sempre il risultato è professionale.

Quindi che vuol dire?

Vuol dire che anche se la CE decide di pubblicarti non vuol dire che verrà fuori un prodotto del tutto soddisfacente. Proprio perché il 90% del lavoro di correzione e revisione viene delegato a te.

(Potrebbero a volte chiederti pure di trovare un’immagine per la copertina… ahimè succede ed è successo…)

Tutto questo discorso arrivato fino a qui serve come insegnamento pratico di come funziona l’editoria oggi.

Se non sei un imprenditore digitale che vuole vendere il proprio libro per secondi fini commerciali, come vendere corsi o competenze, ma una persona con delle risorse economiche da poter destinare al suo progetto di pubblicare un libro con la sua storia,

allora affidarsi a chi sa come farlo è la decisione giusta.

Per concludere:

Insomma la tua storia è solo tua e va rispettata. Vuoi davvero che venga messa in un libro? Uno vero? Uno che ti renda orgoglioso di ciò che la tua mente ha creato?

Se la tua risposta è sì…

… non credo ci sia altro da aggiungere.