Non sto parlando della teoria di Hemingway, uno dei precetti di scrittura più popolari; il principio di omissione secondo il quale, quando si scrive, non è necessario dire tutto, anzi: bisognerebbe lasciare che il lettore intuisca e percepisca anche quello che non si trova sulla pagina. È proprio da questo “non detto” che nasce il fascino di una narrazione…

No, sto dicendo che scrivere un libro è davvero solo l’inizio di un lungo e difficile cammino.

I passaggi sono:

Scrivo un libro, lo correggo, lo revisione per quanto mi sia possibile farlo da solo, e credimi ci sono giganteschi limiti in questo anche per un esperto a causa di meccanismi di funzionamento del nostro cervello…

… e poi?

Trovo una casa editrice che decide di pubblicarmi e poi la stessa si occuperà di fare promozione e divulgare il mio romanzo ovunque e a chiunque.

Bella favola… peccato che sia solo questo, una favola.

Le piccole case editrici non hanno i mezzi per fare promozione a livello nazionale, hanno troppi autori e pochi slot disponibili per fare tutto. (Le piccole case editrici infatti si sostengono spesso con la sovra pubblicazione).

Una volta pubblicato, il mio libro cade nel limbo, come una piccola goccia in un grande oceano in tempesta.

È in quel momento cruciale che l’autore si deve rimboccare le maniche e dimostrare quanto tenga alla sua opera. Non sto parlando di mettersi su Facebook e spammare come dei pazzi la propria pubblicazione sulla bacheca propria, degli amici e dei gruppi letterari.

Lo SPAM infatti ha il brutto vizio di creare l’effetto contrario a quello per cui si crede di utilizzarlo, rende la comunicazione reiterata e continua, affetta da inosservanza cronica. Non ti succede di solito con quelle pubblicità che ti appaiono sotto gli occhi ogni giorno per più volte al giorno?

E allora?

Allora la soluzione è affidarsi a dei professionisti che facciano il lavoro sporco per te.